Cos’è la calvizie?
La calvizie può colpire in giovane età o da adulti, donne e uomini e le cause sono diverse. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere e i termini che differenziano le varie tipologie del termine che indica la caduta progressiva dei capelli.
La calvizie indica il disturbo che si presenta come una diffusa perdita di capelli che nel tempo tende a scoprire zone estese del cuoio capelluto. Definita anche come alopecia androgenetica, è sicuramente la tipologia di alopecia più comune. Colpisce maggiormente gli uomini ma le donne non ne sono assolutamente esenti. Spesso la calvizie si manifesta per famigliarità, ma la caduta dei capelli può presentarsi anche per altri fattori di rischio.
L’alopecia androgenetica è caratterizzata da una forte connotazione ormonale e da una predisposizione genetica che non dobbiamo sottovalutare. I capelli cominciano a diradarsi e a indebolirsi e le cause possono essere molteplici.
Questo tipo di calvizie non deve essere confusa con quella stagionale, che di solito si manifesta alla fine dell’estate, al rientro dalle vacanze estive, e in primavera, con i grandi cambi di stagione. Così come non si tratta della calvizie psicogena, calvizie da stress oppure della calvizie areata, malattia infiammatoria che colpisce i follicoli piliferi e provoca una caduta di capelli a chiazze ovali o tonde, soprattutto nelle zone temporale e occipitale.
La perdita progressiva dei capelli nell’uomo e nella donna
La calvizie androgenetica o calvizie comune, chiamata anche alopecia ereditaria, tende a manifestarsi dopo i 30 anni, ma l’esordio può anche essere precoce in alcuni casi. Colpisce maggiormente i pazienti di razza caucasica, mentre quelli di razza nera, cinesi e giapponesi sono interessati decisamente meno. Si inizia con un diradamento più o meno importante, che può essere rapido o più lento.
Calvizie femminile e calvizie maschile
Come sottolineato in precedenza, la calvizie colpisce principalmente l’uomo. Ma anche le donne possono soffrirne. Secondo recenti dati, la calvizie colpisce il 70% degli uomini e il 40% delle donne soprattutto dopo i 30 anni.
Negli uomini si manifesta principalmente nella zona frontale-temporale e nella chierica. Nelle donne su tutta la parte superiore e in linea generale su tutto il cuoio capelluto, non solo in alcune zone come avviene negli uomini. Con risvolti psicologici ancora più forti nei pazienti di sesso femminile.
Come si diagnostica la calvizie?
Esistono diversi strumenti utili che il medico specializzato può proporre al paziente per capire se si è di fronte a calvizie. Quando si nota che il diradamento è superiore a quello considerato normale, è bene recarsi subito in un centro specializzato per capirne le cause e intervenire immediatamente. Lo stress test è un esame che si utilizza per valutare la caduta dei capelli, che viene indotta tramite tiraggio. Il tricogramma è, invece, un esame microscopico del capello. La dermatoscopia è una tecnica non invasiva utilizzata per individuare eventuali patologie a carico del cuoio capelluto. E poi si può intervenire con la sebometria, che invece si riferisce ad analisi approdondite del sebo, test di laboratorio per individuare malattie che possono essere la causa della calvizie, come quelle tiroidee, tramite esami del sangue. Infine, il mineralogramma, un esame utile per capire se soffriamo di carenze di minerali.
Cosa fare in caso di calvizie
Innanzitutto, se si sospetta di soffrire di calvizie o c’è famigliarità, affidiamoci a personale esperto per capire le cause e per adottare i trattamenti e le soluzioni migliori. Se un tempo il classico toupet era la soluzione più semplice da adottare, oggi si può intervenire chirurgicamente con un trapianto o tramite terapia farmacologica, utile soprattutto nei primi stadi della malattia. Se il trapianto di capelli sintetici può causare anche reazioni infiammatorie, l’autotrapianto, indicato particolarmente in caso di calvizie androgenica, ma non in caso di malattie del cuoio capelluto, è sicuramente la scelta ottimale e che dà risultati migliori.
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